Se qualcuno ci chiedesse cosa è stata per noi la GMG probabilmente avremmo bisogno di qualche ora per poter trasmettere tutto ciò che si vive durante questa esperienza. È qualcosa che non si può comprendere a pieno fino a che non la si prova. Non è solo una giornata e non è solo un viaggio, ma sono interminabili ore di pullman che dopo poco tempo diventano persino piacevoli grazie alle persone che condividono con te questi momenti, persone che dopo qualche giorno vedi già come fratelli.
La GMG è sacrificio, dormire in terra dentro sacchi a pelo; significa camminare chilometri, sentire la stanchezza, il caldo, la sete, il desiderio di mollare, ma è anche trovare l’ultimo briciolo di energia per andare avanti. È cantare in mezzo alle vie di Lisbona, salutare giovani di altre nazioni e dialogare in lingue sconosciute. Significa prendersi cura dell’altro, capire quando ha bisogno del nostro aiuto, aspettarsi e condividere esperienze di vita.
La GMG è sapersi mettere in gioco, maturare, crescere come gruppo e come singolo, capendo il meccanismo giusto per imparare a cavarsela da soli, con le proprie forze, ma comprendendo che ci sarà sempre qualcuno su cui appoggiarsi.
La GMG è allegria, i tormentoni, le partite a carte o i giochi inventati che tengono svegli fino a tarda notte perché in casi come questi non si vuole perdere neanche un minuto di quello che è il tempo a disposizione: bisogna vivere! Ci insegna a conoscere chi ci sta attorno e a non fermarci al suo lato esteriore, ma a capire cosa si cela dentro ognuno di noi.
La GMG è il silenzio assordante di un milione e mezzo di giovani durante le veglie, la via crucis, le messe per accogliere il vero protagonista di questo pellegrinaggio. Ognuno ha vissuto questa esperienza con la fede che gli appartiene, più o meno solida, ma questo silenzio è un segno di rispetto, di una volontà che ha accomunato tutti noi ragazzi, una volontà di ascolto e condivisione di amore. Lontano dagli agi della vita quotidiana, spogliati del superfluo, ci si rende conto di ciò che conta davvero, di quali sono le vere priorità: si ritorna all’essenziale.
La GMG significa anche e soprattutto guardare dentro noi stessi, porci domande e ogni tanto trovare delle risposte. Significa capire che proprio noi giovani abbiamo il compito di mostrare quanto possa essere grande l’amore di Dio. Vogliamo ringraziare utilizzando una parola portoghese che è stata l’emblema di questi giorni indimenticabili: OBRIGADO! Obrigado a Don Fausto per averci permesso di vivere questa esperienza e per averci accompagnato con Don Gabriele, Don Alessandro e i ragazzi delle altre parrocchie, arricchendo e rendendo indimenticabile ogni singolo momento di questo cammino.
Per citare Papa Francesco, “Obrigado a tutti voi, cari giovani! Dio vede tutto il bene che siete, Lui solo conosce quello che ha seminato nei vostri cuori. Voi andate via da qui con quello che Dio ha seminato nel cuore: fatelo crescere, custoditelo con cura. Vorrei farvi una raccomandazione: fatene memoria, fissate nella mente e nel cuore i momenti più belli, perché così, quando arriverà qualche momento di fatica e scoraggiamento – che è inevitabile –, e magari la tentazione di fermarvi nel cammino o di chiudervi in voi stessi, con il ricordo ravvivate le esperienze e la grazia di questi giorni, perché – non dimenticatelo mai – questa è la realtà, questo siete voi”.
E infine “Obrigado a te, Lisbona, che rimarrai nella memoria di questi giovani come casa di fraternità e città di sogni”!
Semplicemente venticinque giovani
(dal Bollettino Parrocchiale di Settembre 2023)
Di seguito alcuni pensieri sparsi…perché nulla vada perso!
“La Giornata Mondiale della Gioventù è stata un’esperienza unica e coinvolgente. Ho avuto l’opportunità di
incontrare giovani da tutto il mondo e condividere con loro la mia fede. È stata una settimana indimenticabile
che mi ha ispirato e riempito di speranza per il futuro.”
“A me questa GMG ha lasciato molto, dalle immense folle riunite dalla stessa fede al silenzio quasi surreale durante il momento di adorazione nel corso della veglia. Molto arricchenti sono state le parole del Papa durante la veglia, soprattutto quando ha detto che “l’unico momento in cui è lecito guardare qualcuno dall’alto verso il basso è quando bisogna aiutarlo a rialzarsi”. Sono parole che mi hanno fatto riflettere perché molto spesso siamo sempre pronti a giudicare gli altri, ma non sempre ci accorgiamo se qualcuno è in difficoltà. Ringrazio tutti quelli che il Santo Padre ha definito radici di gioia (genitori, educatori e sacerdoti) per aver avuto la possibilità di vivere questa bellissima esperienza!”
“GMG, ho tante cose belle da dire, tanti bei momenti che mi sono rimasti nel cuore, tanti sorrisi dal mondo, tante belle frasi sentite nei cori e nelle voci dei passanti e tante fatiche che si sono rivelate il cammino verso qualcosa di più grande della stanchezza. Durante la GMG ho vissuto una nuova forma di felicità che è difficile da esprimere a parole ma che ho sentito con tutta me stessa. Non è la classica felicità di quando ricevi il regalo che tanto desideravi o il voto per cui hai studiato tanto. È stato così bello soprattutto perché è stato inaspettato. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per capire davvero quanto questi giorni mi abbiano fatta stare bene e l’ho capito ripensando agli occhi lucidi che accomunavano tutti noi, sentendo parole di conforto in tante lingue diverse, vedendo l’emozione nei volti di persone che non avevo mai visto prima e accorgendomi che nonostante nella grande “Juventud del Papa” ci fossero così tante persone diverse da ogni parte del mondo alla fine ci sentivamo tutti parte di una famiglia che si riusciva a capire guardando oltre le diversità. Tutti noi eravamo lì grazie alla grinta, alla passione, alla forza e al coraggio che congiunge tutti noi giovani.
Ho capito quanto sia bello guadagnare i ricordi e che vale la pena buttarsi verso qualcosa che non si conosce o senza avere certezze nel bagaglio da portare con sé, per tornare ricchi di soddisfazioni e nuove conoscenze, per rimanere stupiti da quello che il destino prepara per ognuno di noi, per poter dire “obrigado” a tutti quelli che hanno reso possibile questo sogno.”
“La Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona 2023 mi ha lasciato tante testimonianze e storie vere di vita dei nostri coetanei. Sentire all’interno delle celebrazioni voci di giovani che hanno descritto a tutto il mondo i propri disagi, le sofferenze, le fatiche, le angosce che li hanno segnati in un certo periodo e di come hanno lottato per superarli, ha diffuso speranza, condivisione e forza a chi si riconosce in queste situazioni.
Un aspetto molto simile è capitato anche all’interno del nostro gruppo di viaggio, dove durante i momenti di preghiera e condivisione, sotto la guida dei sacerdoti che ci hanno accompagnato, non sono mancati racconti di momenti difficili e intenzioni di preghiera a chi si trova nel bisogno.
La forza di queste condivisioni e testimonianze ce la portiamo dietro per affrontare e dirigerci nei momenti più difficili che verranno.”
“Partire per Lisbona per me ha significato partire verso l’ignoto, verso un’idea più che un luogo. Appena giunto nella città di Pessoa ho subito respirato un clima densamente umano, oltre che afoso, in grado di rendere stimolante ogni singolo momento. I canti a squarciagola diretti a coloro che probabilmente non potevano nemmeno comprenderli, lo spirito di coesione tra i giovani, entrambi apparentemente ingiustificati, quasi senza senso, ma nonostante ciò onnipresenti e utili a rendere il pellegrinaggio unico. Questo spirito però non si deve perdere con il termine “viaggio”, deve permanere nella vita quotidiana e irradiare anche chi a Lisbona non ci è mai stato perché, come sostiene Pereira, “Per conoscere un luogo non è sempre necessario esserci stati” lo si può rivedere nei volti e nelle testimonianze di coloro che l’hanno interiorizzato.”