Crema: case famiglia, poveri e comunità… L’associazione papa Giovanni XXIII: una scoperta!

Dal 27 al 30 dicembre, noi gruppo degli adolescenti più grandi dell’oratorio, abbiamo vissuto un’esperienza intensa e ricca di emozioni che ci ha portato a incontrare realtà diverse e spesso dimenticate grazie all’associazione Papa Giovanni XXIII che dirige questo vasto mondo. Durante questo periodo, abbiamo dormito e cucinato insieme nell’oratorio di Montodine alternandoci nelle mansioni così da imparare l’importanza della collaborazione e della condivisione. Ci siamo uniti alle persone senza dimora residenti nella capanna di Betlemme per condividere due pasti, questi momenti ci hanno permesso di ascoltare alcune loro storie e di passare due pranzi tra felicità e accoglienza. Le mattine e i pomeriggi sono stati dedicati alla visita di case famiglia, dove abbiamo incontrato ragazzi in affido e persone con disabilità riflettendo e imparando l’importanza della solidarietà e dell’ascolto. Abbiamo concluso il nostro percorso con un pranzo nella comunità per la cura di dipendenze, dove
abbiamo avuto il piacere di ascoltare persone che con forza e coraggio stanno piano piano ricostruendo la loro vita. Durante questi giorni abbiamo capito che oltre ogni volto c’è una storia che merita attenzione, tornando a casa non ci restano solo i ricordi ma anche maggiore cura per chi ci sta accanto e apertura verso il prossimo.
Aurora
(dal Bollettino Parrocchiale di Marzo 2025)
In servizio presso il Villaggio della Carità
Questo 2025 è iniziato per gli adolescenti in maniera un po’ insolita, facendo un’esperienza di servizio presso la Caritas di Perugia.

Per tre giorni infatti ci siamo messi a disposizione degli altri nel Villaggio della Carità, occupandoci di quelle mansioni che tutti i giorni i volontari della Caritas svolgono con entusiasmo, mossi dalla gioia di aiutare il prossimo.
Il fulcro del servizio è stata però la mensa, che ci ha permesso di venire a contatto con chi effettivamente usufruisce dei servizi offerti dalla Caritas, ed è stato proprio conoscendo quelle persone e le loro storie che ci siamo finalmente liberati dei timori e dei pregiudizi con cui siamo partiti da casa il giorno di Capodanno. La povertà con cui siamo venuti a contatto aveva il volto sì di persone in difficoltà, ma anche di anziani, giovani, mamme con bambini, persone che potremmo incontrare ogni giorno per strada, mentre vanno al lavoro, persone che quando siamo partiti mai avremmo pensato di incontrare alla mensa della Caritas. Alcuni di loro hanno anche condiviso con noi le proprie vite, storie di difficoltà o sbagli, da cui non sempre hanno saputo rialzarsi; eppure tutti avevano per noi e i volontari una parola di gratitudine e di speranza e, anche se non lo davano a vedere, trovavano conforto nella gentilezza che ricevevano in cambio.
Da parte nostra, siamo tornati a casa con la consapevolezza di quanto a volte sottovalutiamo la nostra fortuna, i beni materiali ma soprattutto gli affetti che ci circondano e le opportunità che abbiamo. Da questa esperienza ci portiamo anche un grande senso di soddisfazione e gioia, emozioni che solo il mettersi a disposizione dell’altro fanno provare.
Educatori e adolescenti
(dal Bollettino Parrocchiale di Marzo 2025)
